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Settembre

1 Settembre 2024
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Checco Zalone e Francesco De Gregori, la strana coppia

Francesco De Gregori e Checco Zalone che hanno lanciato un disco insieme, Pastiche, uscito il 12 Aprile 2024 e sono attualmente impegnati in due spettacoli in cui dividono il palco, il 5 e il 9 giugno a Roma, alle Terme di Caracalla. “Checco Zalone e Francesco De Gregori insieme è una cosa così assurda che non possiamo non parlarne”.

Il loro album, Pastiche, non è però l’incontro folle che ci si aspettava. È in realtà un lavoro misurato, in cui Francesco De Gregori fa il cantante, e Checco Zalone suona il pianoforte, si mette al servizio di De Gregori e, per la prima volta, sveste i panni di attore per indossare quelli di musicista puro. Per chi lo conosce non è una sorpresa, è un ottimo musicista. Chi si aspettava sorprese, invece, è rimasto un po’ deluso: vocalmente i due interagiscono poco nel disco.

Checco ha la battuta facile, come apre bocca fa ridere. De Gregori ha quell’aria seriosa, ma è uno di quelli che ridono sotto i baffi.

Zalone è stato invitato a presentare un libro di De Gregori e, in un contesto molto serio, lo ha costretto a cantare Gli uomini sessuali e svela Checco: “Forse Francesco è una delle poche persone amiche che ho nel mondo dello spettacolo”. 

Pastiche è un ottimo disco di classici della musica italiana, molte canzoni di De Gregori e delle cover.

Pasticche è composto da 15 tracce per un doppio album, è una generosa incursione nella migliore musica italiana, dove le canzoni di De Gregori si alternano con quelle di autori come Paolo Conte, Pino Daniele, Antonello Venditti, dello stesso Zalone.

Si apre con l’inedito “Giusto o sbagliato”, che sembra già un classico di De Gregori, un brano che ha un ottimo crescendo, sostenuto dall’organo hammond, le chitarre acustiche e i fiati, oltre al piano di Zalone. Un brano in stile degregoriano, che mette in musica e parole lo stato di un uomo che si guarda alle spalle e sul tavolo ha il conto della sua storia, tra vetri scambiati per diamanti, amore vero e surrogato.

“Pezzi di vetro” è magia, d’altra parte è tratta da quell’album imprescindibile che è “Rimmel” è eseguita voce e piano, e qui si vede come Checco Zalone si sia messo al servizio di De Gregori con semplicità ed efficacia, un capolavoro.

Roma è una presenza costante sullo sfondo, con “Le cose della vita” di Antonello Venditti, che restituisce l’atmosfera del Folk studio dove è nata la stella dei due cantautori.

L’artista pugliese, nel corso del disco, si rivela un pianista di altissimo livello, toccando il picco massimo in “Buonanotte fiorellino” (ennesimo riarrangiamento) citando il “Waltz for Debby” di un mostro sacro del pianoforte come Bill Evans.

Buonanotte fiorellino è poesia pura, ci sono la voce di De Gregori, quelle sue parole, il piano e un lieve accompagnamento jazz dell’orchestra.

 “Atlantide” a “Falso movimento”, i quali, sostenuti dalla potenza testuale e dalla performance vocale, si trovano bene nell’intimo sostegno del pianoforte dal mood jazz e qui si conferma l’equilibrio perfetto della coppia Zalone-De Gregori.

“Pittori della domenica” è jazzata e soffusa, un ottimo arrangiamento per un brano tratto dal canzoniere di Paolo Conte che è un tributo a tutti gli artisti che inseguono la propria vocazione a prescindere dalla quantità di talento a disposizione.

“Putesse essere allero” è leggiadra, e straniante, con De Gregori che canta in napoletano in onore di Pino Daniele, apprezzabile nell’arduo intento di volersi cimentare con la “lingua” napoletana.

La romanità è presente ancora con la scelta di un passaggio reso immortale da Nino Manfredi e proprio a quest’ultimo fa omaggio con “Storia di Pinocchio“, che nella celebre trasposizione televisiva di Comencini interpretava l’indimenticato Geppetto

Così come “Le cose della vita” è un omaggio all’amico Antonello Venditti. È straniante anche sentire “La Prima Repubblica”, brano di Checco Zalone, cantata da entrambi.

Sulle note di “La prima repubblica”, il richiamo costante a “Viva l’Italia” rappresenta il ponte perfetto tra la classe del Principe e la geniale, sempre pungente, ironia di Checco Zalone. 

Sostenuta dal suono di un banjo, funziona: sentire i versi di Checco con la voce di De Gregori la fa sembrare una canzone di quest’ultimo. Ma è in Alejandro”, canzone ironica in finto spagnolo basata sui doppi sensi che i due cantano insieme, che De Gregori si sposta più nel territorio di Zalone.

I due sono molto più vicini di quanto si possa pensare, hanno due modi diversi di essere ironici, taglienti.

Ecco, quel misto tra serio e faceto, tra l’istrionismo di Checco e l’aplomb di Francesco, quel ridere quando non puoi ridere, può far venire fuori grandi cose. Come alcune delle migliori coppie comiche, che vivono proprio sul sentimento del contrasto. 

Nel complesso, se l’accostamento tra i due appariva ai più come spiazzante e profano, il risultato di “Pastiche” a mio avviso, nome migliore non poteva esserci, è confortevole, permettendoci per l’ennesima volta, e con intatto piacere, di riascoltare alcuni tra i passaggi più significativi della musica italiana, inframezzati da innocue “intrusioni”.

Pastiche che fino a qualche anno fa poteva sembrare utopia, eppure è diventato realtà: Francesco De Gregori e Checco Zalone hanno dato vita a un progetto artistico unico, che rivisita alcuni dei capolavori del repertorio del Principe.

“Pastiche” è un titolo che cattura alla perfezione il mood dell’album, divertirsi in maniera seria, senza scadere nell’autocelebrazione, in un continuo scambio di ruoli tra due artisti che sono innanzitutto due amici. Le sensazioni restano intatte anche grazie alla scelta di registrare tutto in presa diretta, che rende giustizia all’intera operazione.

Ad accompagnare l’insolita coppia una band di altissimo livello, composta da Primiano Di Biase (hammond), Gabriele Evangelista (contrabbasso), Paolo Giovenchi (chitarra e banjo), Bernardo Guerra (batteria), Guido Guglielminetti (basso), Simone Talone (batteria), Francesca La Colla (cori), Ezio De Rosa (trombone), Massimiliano Filosi (sax tenore e baritono), Sergio Vitale (tromba).

“Pastiche” si mostra vintage fin dalla copertina, ispirata, come ammesso dallo stesso De Gregori in un’intervista, al disco “Carosello Carosone”, uscito nel 1955.

Alla Prossima da SonoSoloParole.

4 thoughts on “Checco Zalone e Francesco De Gregori, la strana coppia

  1. Grazie a SonoSoloParole ho scoperto questo capolavoro di De Gregori E Zalone.
    Con i brani di De Gregori ci sono cresciuta, ha segnato la mia adolescenza e tanti ricordi come l’album Rimmel. Inutile dire che è uno tra i miei preferiti. Checco Zalone è visto da sempre il burlone di turno ma da quello che apprendo dall’articolo non sapevo che è anche un ottimo musicista e da qui si capisce che è una persona completa nei suoi generi. Non vedo l’ora di ascoltare questo capolavoro, grazie SonoSoloParole per avermi fatto scoprire questi due mostri sacri di due mondi per me diversi e che invece hanno fatto un capolavoro.

    1. Grazie a te delle belle parole _Charo_di_LUna_ .
      Si, sono due mondi distinti ma non così distanti che si sono ritrovati nello stesso Disco e sullo stesso palco quello di Carcalla,ultima data il 9 Giugno per vederli da vivo.
      Nel disco i due interagiscono poco ma dal vivo è un continuo gioco delle parti: il comico che fa il serio e il serio che si presta ai siparietti sul palco.
      Zalone pensa a De Gregori come l’ultimo cantautore e De Gregori riconosce a Zalone uno sguardo chapliniano, scomodo perché, per certi versi, puro. In effetti Charlie Chaplin diceva: “Attraverso l’umorismo noi vediamo in ciò che sembra razionale, l’irrazionale; in ciò che sembra importante, il non importante” ed io concordo con queste parole.
      Grazie ancora del tempo che hai dedicato alla lettura della mia recensione ovviamente il mio è un parere personale su Loro due e sul disco.
      De gustibus non est disputandum… (sui Gusti non si discute).

  2. Grandissima Sonosoloparole,
    Mi ero dimenticato di questo capolavoro, di questa strana coppia, ma tu sei stata bravissima a farmelo ricordare, grazie.
    E’ la prima volta che leggo il tuo blog, devo farti i miei sinceri complimenti, sei veramente molto brava, appena mi è possibile tornerò sicuramente a leggerli.
    Un abbraccio 🙂

    1. Grazie a te Airton è una bella sorpresa trovar il tuo commento.
      In realtà il blog è di Radio Febbre di Liga e Pam sono loro che hanno creato questa bella realtà della Radio Web io scrivo solo alcune recensioni tratte dal mio personale ascolto dei dischi e sull’attualità.
      Torna quando vuoi non può che farmi piacere.
      Un abbraccio a te.

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