MUSICA

Lady Gaga: MAYHEM

today17 Marzo 2025 4 5

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Il 7 Marzo 2025 è uscito MAYHEM, che in italiano significa “caos”, il settimo album di Stefani Joanne Angelina Germanotta alias Lady Gaga, il proprio nome d’arte lo ha tratto dal brano Radio Ga Ga dei Queen.

MAYHEM, composto da 14 brani, è stato registrato agli studi Shangri-La, vicino alla sua casa di Malibu, produzione esecutiva vede le firme della stessa Gaga, ma anche di Andrew Watt e Michael Polansky, quest’ultimo è il fidanzato dell’artista vincitrice di 14 Grammy Awards con cui ha sfilato anche sul red carpet di Venezia.

“Disease”, il primo singolo tratto dal nuovo progetto, e “Abracadabra”, l’altro singolo presentato il 2 febbraio durante la serata dei Grammy e che aveva già mandato tutti i “Little Monsters” in visibilio: evoluzione 2.0 di Bad Romance, era una promessa di fedeltà a sé stessa e al tempo stesso di inesausta sperimentazione che ora Gaga ha confermato con l’uscita dell’intero lavoro.

L’album inizia con le sonorità più dark pop, rock e industrial tipiche dei primi singoli, si apre poi in una fantasmagoria funk che è nostalgica, citazionista e auto citazionista.

“Perfect celebrity”, vocals rock, produzione che con chitarre elettriche, ricorda vagamente quelle di “Born This Way”. Dopo le prime tre tracce elettroniche inizia a trasmettere il senso di Mayhem, una transizione dall’industrial alle strumentali. “Caos”, nulla è coerente ma tutto sembra iniziare a prendere forma. Il testo ricalca le orme dei primi due album, la lotta con la fama, la creazione di un clone di se stessi che si interfaccia diversamente col mondo in base al contesto.

In “Vanish into you”, ciò che inizialmente sembra una ballad mid-tempo, si trasforma nel bridge pre-ritornello in una traccia funky con piano in levare e chitarre elettriche, per culminare nel ritornello tipico di una canzone d’amore americana. Testo nostalgico che ricorda un’estate adolescenziale. La quota dolce dell’album, anche se non particolarmente originale.

“Killah (ft. Gesaffeilstein)” è tra le tracce più belle di Mayhem, produzione impeccabile tra il funky di Nils Rodgers e i Chic, e l’elettronica sintetica, anche se da Gesaffeilstein ci si aspettava forse qualcosa di più tetro (ma forse è proprio questo che stupisce). Interessante l’interpretazione teatrale e l’utilizzo dei registri che ricorda quasi un ponte tra Prince e Bowie. Il risultato è allegro, giocoso, glitterato, come la stessa Gaga ha dichiarato, probabilmente il brano più sfidante del disco, difficilmente potremmo vederlo alto nelle classifiche, ma si tratta di un esercizio di stile davvero ben riuscito.

In “Zombieboy” (Gwen Stefani, is that you?) Gaga esplora le tematiche dell’emarginazione e della bellezza delle diversità, con un’interpretazione di una lei 21enne al college. Si rafforza l’immaginario electrofunk intrapreso da “Killah”, con una base super luccicante piena di arpeggi di synth 80s e assoli di chitarra elettrica. Si tratta di un omaggio al modello Rick Genest, conosciuto come Zombie Boy, il modello tatuato all body che ha collaborato con Gaga nel video di “Born This Way” e che è scomparso prematuramente qualche nel 2018

“How bad do u want me” sembra un brano proveniente da 1989 di Taylor Swift, fin troppo distante da tutto ciò che Gaga ha fatto finora, la top line non è incisiva, uno dei pochi skip dell’album.

“Shadow of a man” è il pezzone di Mayhem, bassi coinvolgenti e predominanti, ritornello catchy, testo che richiama la lotta dell’identità tra l’ombra di qualcun altro e se stessi. Possibile hit? Chissà, sicuramente nella top 3 dei brani più belli dell’album.

In “Don’t call tonight”, la melodia è palesemente ispirata ai brani dance tra la fine degli anni ottanta e l’inizio degli anni novanta di Whitney Houston, la produzione richiama i Daft Punk, non brilla per originalità ma decisamente godibile.

Lady Gaga, ha raccontato come è nata la canzone “Blade of Grass”, ossia a quando Michael Polansky le chiese come immaginava la proposta di matrimonio e dato che erano nel giardino di lei, Gaga gli rispose che bastava prendere “solo un filo d’erba e avvolgerlo attorno al suo dito”, e lui lo fece, da lì nacque “Blade of Grass”, che ricorda l’espressione del viso di Polansy .

Scritto da: SonoSoloParole

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Commenti post (5)

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  1. liga il 18 Marzo 2025

    Ciao SSP, ho iniziato ad ascoltare il disco oggi. “Die with a smile” con Bruno Mars è l’unico pezzo che conosco bene ed è un brano fantastico! Un esempio di come due grandi artisti possono scrivere e suonare una canzone che è una vera canzone! Fantastico anche il video.
    Prossimamente esprimerò un giudizio sull’album. Comunque Lady Gaga è una grandissima artista! Tutti i brani sono in rotazione sulla nostra radio, vediamo cosa dicono i nostri ascoltatori. Grazie per l’ottima recensione! Ciao a tutti

  2. liga il 22 Marzo 2025

    Ecco, ho ascoltato tutto il disco. Che dire? Confezionato bene, molti stili differenti per i brani, ma sinceramente un disco del quale io potrei fare a meno, nonostante io apprezzi moltissimo Lady Gaga. Forse queste canzoni, non sono nelle mie “corde”. Unico grande pezzo per me solo quello con Bruno Mars “Die with a smile”. Ciao a tutti

    • Paola il 23 Marzo 2025

      Ciao ssparole ho ascoltato anch io e sinceramente,mi piace di piu il tuo articolo scritto dettagliato preciso fonte dvinformazione lady gaga bellissima voce particolare direi, grazie x cio che scrivi ciao a tutti gli ascoltatori di RadioFebbre

      • SonoSoloParole il 24 Marzo 2025

        Ciao Paola, sei sempre gentile è questo che vorrei, un confronto con i lettori su ciò che posto e grazie a te che lo fai.
        Un carissimo Saluto.