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Intervista F3D UNION - 15.10.2025

Venerus al secolo Andrea Venerus nato a Segrate il 4 Dicembre 1992, è un cantautore, produttore discografico e polistrumentista ha pubblicato il 7 Novembre 2025 il suo nuovo album SPERIAMO.
L’album contiene 14 tracce, tra cui dieci collaborazioni con Altea, Amanda Lean, Gemitaiz, Izi, Jake La Furia, Marco Castello, Mace, Mahmood, Not For Climbing e Side Baby.
Ma faccio un passo indietro per chi non conosce chi è Venerus citando alcuni passaggi della sua storia musicale.
Venerus, è cresciuto a Milano, a 18 anni si è trasferito a Londra per studiare musica, influenzato fin da piccolo dal jazz, blues e rhythm & blues ascoltati dal padre dove per 5 anni approfondisce le sue conoscenze musicali e comincia a lavorare a progetti personali, venendo a contatto con le scene musicali di Brixton e di Notting Hill.
Terminato il periodo in terra inglese l’artista registra un disco a Roma e, rimasto affascinato dalle atmosfere della città, vi si trasferisce: lì ora vive e lavora al suo progetto solista.
Nel 2018 pubblica il suo primo EP d’esordio dal titolo A che punto è la notte e partecipa con il brano “Senza di me” insieme a Franco126 al mixtape “QVC8” del rapper romano Gemitaiz che si certifica doppio platino.
Nel 2019 esce Love Anthem un concept EP con 4 brani inediti e nello stesso anno collabora con Gemitaiz e Madman nel brano “Che ore sono” e con i DARRN in “Abra”.
Nel 2020 esce il singolo “Canzone per un amico”, una lettera aperta ad un amico che è anche il pubblico di Venerus durante le settimane di reclusione di lockdown.
Sempre nel 2020 Venerus collabora con Ghali in qualità di coproduttore artistico, insieme a Mace per il suo secondo album DNA del 2020, disco per il quale ha prodotto anche 6 brani tra cui Barcellona e Cuore a destra e collabora alla realizzazione di numerose tracce dell’album OBE di Mace che in seguito raggiunge il primo posto della Classifica FIMI Album.
Nel 2021 esce “Ogni pensiero vola”, singolo che anticipa il suo album di esordio Magica Musica pubblicato il 19 febbraio 2021, sempre dall’etichetta Asian Fake e coprodotto da MACE, al suo interno vi sono collaborazioni con Frah Quintale, Calibro 35, Amanda Lean, Rkomi, Crookers, Vanegas, Gemitaiz che verrà certificato disco d’oro.

Collabora anche con Elisa, per la quale coproduce con Mace il brano “Tienimi con te”, uscito a novembre 2022 nell’album dal vivo Back to the Future Live – Part III.
Il 9 febbraio 2024 si è esibito come duettante con Loredana Bertè alla 74ª edizione del Festival di Sanremo, interpretando il brano “Ragazzo mio” di Luigi Tenco.
Tra le sue influenze musicali più importanti Venerus ha citato i Pink Floyd e David Bowie.
Molti di voi specie chi è di Milano o lo ha sentito nelle Tv o letto sui giornali, Venerus ha realizzato una performance artistica intitolata “Scrivere, Cancellare, Ricominciare” allo Spazio Serra della Stazione Lancetti a Milano dal 29 settembre al 2 ottobre 2025, ma senza attendere alcun treno ovviamente, l’artista decise di vivere per quattro giorni in una stazione di Milano.
L’artista ha vissuto isolato in uno spazio trasparente, scrivendo e cancellando testi inediti sulle pareti di vetro, la performance era visibile dal vivo durante gli orari di apertura e in diretta streaming 24 ore su 24.
Per quattro giorni l’artista milanese ha scelto di abitare fisicamente e simbolicamente lo spazio, trasformandolo in un luogo di riflessione collettiva e personale, costantemente visibile al pubblico.
Già, in un tempo in cui tutto corre veloce e ogni gesto sembra avere valore solo se raccontato e condiviso, Venerus scelse di fermarsi, in un contesto urbano e trasparente, uno spazio di passaggio che diventò teatro di un’esperienza radicale: vivere, scrivere, cancellare e ricominciare, davanti agli occhi di chi voleva guardare.
All’interno di Serra, arredato con lo stretto necessario, acqua, cibo in scatola, vernice e un pennello, l’artista conduce una performance continua scrivendo sulle pareti di vetro i testi di brani inediti.

Una volta riempite le superfici trasparenti, le cancellava, per poi ripetere il gesto per decine di ore consecutive.
Ora torniamo all’album, partendo dalla copertina, per raccontare Speriamo, il nuovo album di Venerus: l’artwork del disco è un quadro a olio realizzato da Andrea Cleopatria, e vede un Venerus quasi Adamo, tardo medievale, appoggiato a un albero, con la moto a fianco.
Il progetto di questo album nasce il giorno dopo la consegna de Il Segreto, il disco precedente, e si conclude appena poche settimane fa, al termine di un percorso che ha attraversato paesaggi emotivi e creativi diversi, tenuti insieme dal metodo del produttore e co-compositore Filippo Cimatti, dalla sensibilità lirica e artistica di Andrea Cleopatria, che ha scritto parte dei testi e realizzato il quadro a olio della copertina e da una profonda fede nella musica e nell’arte.
Inizio col dirvi che il cuore del disco è infatti l’anima hip/hop e la stessa presenza poi di collaborazioni direttamente dal mondo hip/hop danno un valore aggiunto alla scaletta.
Speriamo è una vera e propria raccolta di storie e relazioni che si intrecciano e si scompigliano continuamente, quasi come fossero brevi istanti.
Venerus in questo album racconta amori impossibili, passioni travolgenti ed erotismo sfrenato in tipico stile r&b, con la modernità che lo contraddistingue. Riferimenti ironici, come lo scatto rubato da un fan in un momento di intimità o racconti di semplice quotidianità.
Le tematiche non variano particolarmente, ma non risultano mai monotone o ripetitive grazie anche all’abilità di Venerus di fotografare i momenti.
Il disco si apre con un brano/aneddoto morbido e dolce “La Moto (Alizée)”, una questioni di motori delicata nei modi e curiosa nel testo nel quale su una produzione tipicamente latina, quasi Vanoniana, Venerus utilizza la sua moto come motore della descrizione di uno spaccato di vita.
Vampiri e lontananza sono le figure iniziali di “Impossibile”, brano che corre parecchio ma apre finestre sonore improvvise in un contesto quasi dance, quasi anni Ottanta. E poi ecco una voce profonda che parla di nebbia e di sparizioni: è quella di “Cosmo”, sicuramente fuori contesto e fuori dalle zone di comfort, che partecipa alla ballatona “Tra le tue braccia”, alla ricerca di abbracci e di danze antiche.
“Cosmo” apre una parentesi quasi cinematografica con un monologo che introduce una ballata acustica dal tono spirituale.
Ecco poi altre morbidezze e voci che parlano nel sonno con “La chiave”: pensieri preparati prima di un incontro e parole scritte ogni giorno a proposito di una persona evidentemente lontana e desiderata.
Molto più serrata “Ti penso”, che segue il pianoforte ma ha toni decisamente urban, i pensieri sono fittissimi e vanno tutti e sempre nella stessa direzione.
Intervento deciso di Gemitaiz quello che si registra in “Un giorno triste”, che si fa densa di barre e attraversa le malinconie mentre si fa a botte con il proprio umore (e vince lui), è un realismo urbano che si fonde con il romanticismo del ritornello di Venerus.
MACE, Side Baby e Jake La Furia partecipano a “Cool”, anche se il feat. dichiarato è quello con Mahmood, in un team up molto morbido ma deciso: il mix di voci è ben armonizzato, il racconto del brano segue onde sinuose che è piacevole seguire.
“Cool” è un brano corale e magnetico che suona come un esperimento alchemico perfettamente riuscito.
Si torna in campo cantautorale con “Felini”, chitarra acustica e che vede la collaborazione di quello che forse è il più bravo cantautore nel panorama musicale attuale e Marco Castello a raccontare gattine d’appartamento e piccioni, i dettagli del testo sono delicati e ricchi di realismo, mentre le linee del brano seguono idee mediterranee e sudamericane insieme, una splendida base di chitarra distesa, Marco e Venerus impersonano due gatti descrivendo con poetica e dolcezza le loro vicissitudini. Piccoli fiati a completare un acquerello molto delicato.
“Felini” è stata registrata con Marco Castello su una spiaggia siciliana: due voci, due chitarre, un flauto e il mare che scandisce il tempo, è la canzone più pura, quella che restituisce l’idea di una musica come gesto spontaneo, senza sovrastrutture.
“Pensieri parte 1” si affida a Izi per un racconto notturno e onirico, con sogni e petardi da (non) scoppiare, il tutto si evolve anche nella breve “Pensieri parte 2 (Bellusco Blues)”.
Sale il ritmo in “Stazione Bovisa”, che adotta ritmi da discoteca per immaginare viaggi, ma in un contesto di relazione particolarmente romantica e immaginifica, anche se il finale rivela situazioni un po’ più brusche.
Ci sono tantissimi rimpianti da raccontare in “Quello che resta”: un monologo/dialogo aperto e sincero, per lo più per voce e piano, in uno dei momenti più toccanti del disco.
“Okay”, con Altea, Amanda Lean, not for climbing allinea una serie di luoghi comuni ai quali si è sottoposti da chi offre pareri non richiesti, il senso di desolazione e solitudine prevale nel brano, che ha colori r&b.
A chiudere l’album è “Sesso”, che parte dalle nostalgie e dai ricordi per trasformarsi in un pezzo festoso e ritmato. I desideri si affollano e ballano tutti insieme, il finale cambia tono e si trasforma in una richiesta, quasi una preghiera.
Ci sono artisti capaci di riconfermarsi ogni volta in maniera sorprendente. Poliedrici, versatili, che possono continuare a sorprendere e reinventarsi anche dopo dischi considerabili benchmark della scena musicale italiana. Artisti che a discapito di un continuo flusso di singoli a cascata prediligono la qualità, la selezione accurata dei brani e una cura eccellente del prodotto. Venerus, con il suo nuovo album Speriamo, è il prototipo perfetto di questo tipo di artista.
Venerus si esibirà nei Teatri di alcune delle maggiori città d’Italia dal 27 Novembre (nella locandina potete vedere le date e i luoghi)

Ascoltare un disco nuovo di Venerus è sempre come aprire le prime pagine di un romanzo appena comprato (di uno scrittore particolarmente abile): non sai bene che cosa ci troverai ma sei sicuro che in qualche modo, probabilmente nuovo, ti appagherà.
Nemmeno stavolta Venerus delude, tutt’altro: il “romanzo” regala tante pagine e tantissimi colori diversi, con i featuring perfettamente incastrati, con qualche sorpresa e sempre a completamento di un’idea, non certo per inserire il nome a effetto.
Forse lo si può leggere come un unico flusso di coscienza, sempre a un passo dal pop, ma sempre in grado di approfondire le sensazioni e di raccontare i dettagli senza uscire da uno spartito scritto perfettamente, sempre gettando ponti fra i generi e preoccupandosi soltanto della riuscita artistica complessiva e pochissimo dell’impatto commerciale.
Speriamo è anche elettronica: le collaborazioni con Cosmo, Not for climbing e Amanda Lean, già presenti in Magica Musica e l’outro “Sesso” sono momenti in cui protagonisti diventano la cassa, i synth e profonde distorsioni di chitarra, dove le parole si nascondono ridando le luci della ribalta al comparto musicale.
Nonostante si prediliga il comparto testuale, le produzioni rimangono di altissimo livello, anche grazie allo splendido lavoro del produttore principale del disco Filippo Cimatti e al simbiotico Mace, quasi la seconda anima del cantante.
Speriamo è un disco più vicino, più umano, dove l’intimità sostituisce la vertigine, la sua musica, pur continuando a vibrare tra soul, elettronica e cantautorato, trova una nuova direzione nella chiarezza: meno eccessi, più sostanza.
Il titolo è già un manifesto. “Speriamo” è una parola fragile, imperfetta, ma piena di fiducia, non afferma, non garantisce: sospende. È la parola di chi non sa come andrà, ma sceglie comunque di crederci. Dentro questa fragilità si muove tutto il disco, che racconta un artista ormai consapevole dei propri limiti, ma anche della forza che nasce dal non dover dimostrare nulla.
Musicalmente, il lavoro è un mosaico di stili che si incastrano con una naturalezza sorprendente. C’è la mano di Mace, sempre più invisibile e al tempo stesso essenziale, a legare elettronica e strumenti acustici, synth e chitarre, drum machine e arrangiamenti dal respiro vintage, è un suono che non vuole impressionare ma accompagnare, che lascia spazio al silenzio e all’imperfezione.
Le collaborazioni, come sempre nei dischi di Venerus, diventano parte del racconto e dentro Speriamo si sente una serenità nuova. È ancora un disco malinconico, certo, ma di una malinconia calma, non più disperata. Non cerca l’evasione, ma la presenza: non più “fuggire”, ma “restare”.
Ogni brano sembra costruito per durare nel tempo, per rimanere anche dopo la fine dell’ascolto, c’è un equilibrio raro, una leggerezza che nasce dalla profondità, come se Venerus avesse trovato finalmente un modo di conciliare il suo spirito sperimentale con la voglia di parlare alle persone.
Rispetto ai lavori precedenti, Speriamo è meno onirico, ma più emotivo, l’universo non è più qualcosa da esplorare, ma una metafora di sé: la voce che vibra, il ritmo che respira, la parola che inciampa ma continua.
È un disco pieno di fede, ma una fede laica, quotidiana: la fiducia che anche nella confusione, nel dolore o nella noia, ci sia ancora qualcosa da sperare, e forse è proprio questo il senso più profondo del titolo: Speriamo non è solo un augurio, ma un atto di coraggio. È la scelta di continuare a credere nella bellezza delle cose, anche quando sembrano sfuggire.
Venerus oggi non è più solo il ragazzo che cercava la magia nell’universo, ma l’uomo che la trova nel suono della pioggia, nel silenzio dopo una festa, nella sincerità di una parola detta piano.
Speriamo è un disco che non urla, ma resta, che non si impone, ma si insinua, che non chiede di essere capito, ma ascoltato, è la prova che Venerus non ha bisogno di alzare la voce per essere immenso, gli basta essere vero.
Speriamo convince in tutto, riuscendo a discostarsi dal sound dei lavori precedenti e riprendendo in maniera mai forzata lo stile delle origini, riattualizzandosi e sapendosi reinventare continuamente, come solo i grandi artisti sanno fare. E, giunti al terzo album in studio, non si può fare altro che ribadire l’importanza di Venerus nella scena italiana, quindi godiamoci ed ascoltiamo questo nuovo capitolo perché è l’ennesima riconferma delle sue doti, spazio al rap e alle parole, ma senza dimenticare la grande musica.
Non mi resta che dirvi Buon Ascolto!
Da parte mia è tutto.
Alla Prossima da SonoSoloParole.
Scritto da: SonoSoloParole
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