Oggi voglio condividere con voi lettori una riflessione su un libro che ho appena finito di leggere e consigliarvene la lettura e di seguito vi spiegherò il motivo.
Copertina colorata che rimanda a un’atmosfera lontana ed esotica, il titolo romantico, che fa presagire una lettura appassionante.
Ispirato alla crudele realtà in cui devono vivere ancora oggi milioni di donne, “Il canto dei cuori ribelli” è un romanzo che ha stregato il mondo e Pienogiornoeditore lo ha portato in Italia nel 2024 in cui è diventato un libro potentissimo, romanzo che ha spopolato negli Stati Uniti diventando un vero e proprio caso editoriale in poche settimane dalla pubblicazione.
L’autrice de “Il canto dei cuori ribelli” è nata in India ma vive da tempo a Cleveland, negli Stati Uniti.
Oltre ad essere autrice di diversi libri di successo, fra cui “L’ora del tramonto” uscito nel 2009 per Neri Pozza, insegna scrittura creativa e letteratura alla Case Western Reserve University, ha collaborato con numerose, importanti testate giornalistiche, fra queste: il Washington Post, il Plain Dealer e le pagine culturali del Boston Globe.
Questa è la storia di due donne, entrambe a modo loro ribelli, due donne con idee di uguaglianza e inclusione simili, ma con opportunità e privilegi di nascita molto diversi.
La storia è ambientata in India e quindi di conseguenza veniamo trasportati in un mondo affascinante, ricco di tradizioni, bellezza, ricchezza di ogni sorta, che però svela anche il suo lato oscuro pagina dopo pagina, scoprendo le vicende di Smita e Meena, tratte fra l’altro da storie realmente accadute, siamo indotti a riflettere su quante voci non hanno la possibilità di esprimersi e di raccontare il loro bisogno sacrosanto di libertà.
Smita: Protagonista principale, giornalista che cerca di tenere a bada i ricordi del suo doloroso passato in India. La sua crescita e riscoperta personale sono al centro della narrazione.
Meena: Una giovane donna coraggiosa, la cui vicenda di sofferenza e ribellione contro le ingiustizie sociali diventa il catalizzatore del cambiamento per Smita.
Smita quattordicenne con la sua famiglia ha dovuto lasciare l’India in circostanze drammatiche. Una volta al sicuro in America, ha scacciato dal cuore la nostalgia per i crepuscoli aranciati e il profumo inebriante dei cibi che il padre le comprava dai venditori ambulanti e giurato a se stessa che mai più sarebbe tornata in quei luoghi che l’avevano così profondamente ferita.
Ma anni dopo si ritrova a dover accettare con riluttanza l’incarico di coprire una storia di cronaca a Mumbai, per il suo giornale.
Smita si trova in vacanza alle Maldive quando viene contattata da una sua amica e collega, Shannon, corrispondente dall’India, le chiede di raggiungerla a Mumbai, dove Shannon si trova costretta in ospedale dopo essersi fratturata un’anca.
Smita arriva in India con riluttanza e lo fa solo perché crede che la sua amica abbia bisogno di assistenza, invece, Shannon le affida l’articolo di cronaca che sta scrivendo sul caso di Meena, una giovane donna sfregiata dai fratelli e dai membri del suo villaggio per aver voluto sposare, contro il loro consenso, un uomo musulmano.

Smita si ritrova di nuovo faccia a faccia con una società che appena fuori dallo skyline luccicante delle metropoli le pare cristallizzata in un eterno Medioevo, in cui le tradizioni hanno più valore del cuore del singolo, e con una storia che minaccia di portare alla luce tutti i dolorosi segreti del suo passato.
Smita odia l’idea di trovarsi di nuovo nel Paese che lei e la sua famiglia hanno lasciato tanti anni prima, e teme che i dolori che li avevano costretti a fuggire prendano il sopravvento. Tuttavia, seguendo il caso della povera Meena, si ritrova sempre più consapevole di quanto sia spaventata dall’India e di quanto, in cuor suo, continui ancora ad amarla. Accompagnata da Mohan, un amico di Shannon, Smita affronterà i suoi demoni, uscendone più forte.
Eppure, a poco a poco le sue difese cominciano a vacillare, i ricordi a riaffiorare e la passione a fare nuovamente breccia in lei.
Sullo sfondo di un meraviglioso Paese sospeso tra modernità e oscurantismo, in un crescendo di tensione, due donne coraggiose e diversamente ribelli si confrontano con le conseguenze di due opposti concetti di onore e di libertà, in una storia indimenticabile di tradimento, sacrificio, devozione, speranza e invincibile amore.
Meena è una donna che appare fragile, invece è un personaggio dalla forza sovrumana, perché ha il coraggio di sfidare le tradizioni della casta e di portare avanti una causa contro i fratelli per il bene di sua figlia, la piccola Abru e vuole che sua figlia sappia quanto ha lottato per la speranza di un’India diversa e per questo è disposta ad affrontare tutto, anche la morte se necessario.
Smita, invece, è convinta di voler tornare alla sicurezza che ha trovato trasferendosi negli Stati Uniti quando era poco più di una bambina, si sente americana, non tollera le abitudini indiane, nemmeno se si tratta di gesti di cortesia. Ha ricordi che non vuole far riaffiorare, ma lentamente tutto ciò che è stata la sua infanzia diventa impossibile da evitare. È una giornalista colta e di successo, ma sente il richiamo alle origini diventare sempre più forte, sempre più inevitabile.
Attraverso il caso di Meena, Smita si confronta con una società che, nonostante il progresso delle metropoli, rimane ancorata a tradizioni arcaiche.
La storia di Meena risveglia in Smita ricordi sepolti e la costringe a confrontarsi con i propri demoni interiori, in un crescendo di tensione.
Il romanzo esplora temi di tradimento, sacrificio, devozione e speranza, mettendo in luce le contraddizioni di una società sospesa tra modernità e oscurantismo.
Ed è impossibile non parlare di Mohan, un uomo che è costretto a rivedere molte delle sue convinzioni sul proprio Paese e che, lentamente, diventerà per Smita una figura insostituibile, regalandole la possibilità di rivalutare alcune delle sue certezze.
Devo dire che mi ha colpito molto questa storia dallo stile scorrevole, le descrizioni vivide, i personaggi realistici, la scrittura fluida.
L’ho trovata coinvolgente nel ritmo narrativo e nella tensione che suscita in alcuni momenti, adrenalinici e avvilenti in egual misura è veramente una di quelle storie che ti permettono di pensare, che ti danno l’idea di quanto sia diversa la vita in molti Paesi del mondo, soprattutto per le donne. Questo romanzo mostra le mille facce dell’India, un luogo vastissimo e con tante diversità che non sempre riescono a convivere e lo fa con un’umanità imperfetta, com’è giusto che sia, ma indicandoti anche quali siano i valori che tutti dovrebbero assimilare.
La meraviglia sta nell’incredibile caleidoscopio di colori che racconta e non si può non restare affascinati dalle descrizioni dei tramonti, delle voci, dei cibi e dalla sensazione di un Paese in crescita ma ancora legato ad abitudini e tradizioni, spesso oscurantiste.
Basta uscire dal caos della metropoli per ritrovarsi in realtà in cui la legge non esiste, nelle quali i capi dei villaggi hanno più potere dell’autorità e in cui le vittime non ricevono giustizia.
Che dire, un racconto commovente, a tratti crudele, ma narrato in maniera così delicata, nonostante il realismo, da suscitare sensazioni di ogni tipo che a volte cozzano fra loro.
In questo romanzo c’è tutto: amicizia, emozione, dolore, avventura, lealtà, promesse, amore.
Un libro che spero abbia la diffusione che merita, perché racconta delle incredibili contraddizioni che, in fondo, caratterizzano tutti i popoli del mondo, e soprattutto ci fa capire che combattere per ciò che è giusto non è mai un fallimento.

Il libro di Thrity Umrigar, infatti, narra attraverso le storie delle singole protagoniste, quella di tante e tante donne, ancora troppe, costrette a dover scegliere fra la libertà e l’onore.
Il macrotema trattato da “Il canto dei cuori ribelli” è, infatti, quello dei diritti delle donne.
Thrity Umrigar scrive con uno stile coinvolgente e profondo, capace di catturare le emozioni dei lettori perché il romanzo alterna momenti di introspezione personale con descrizioni vivide della realtà indiana, creando un quadro complesso e affascinante.
L’autrice riesce a mescolare magistralmente il racconto personale di Smita con la storia di Meena, intrecciando le loro vite in una narrazione che esplora i concetti di onore e libertà da prospettive diverse.
“Il canto dei cuori ribelli” è un romanzo che tocca corde profonde, esplorando temi universali attraverso storie personali di sofferenza e riscatto.
Thrity Umrigar offre una lettura indimenticabile che invita alla riflessione su cosa significhi veramente il coraggio e la libertà e mai come oggi questo tema è vivo in questi paesi dove le donne ancora sono “oscurate” da un “velo” mentale maschilista e patriarcale…
L’autrice, Thrity Umrigar in una sua intervista cha detto: “Nel mio romanzo ho voluto restituire quella parola alle persone a cui davvero appartiene: alle donne che lottano ogni giorno con coraggio per difendere la loro libertà di essere come vogliono e di amare chi vogliono, disposte a rischiare ogni cosa per affermare ciò che più conta”.
Questo libro è consigliato a chi cerca una storia intensa e toccante, capace di ispirare e commuovere.
Da Parte mia è Tutto. Buona Lettura!
Alla Prossima da SonoSoloParole.