In questi giorni, osservando i miei alberi di melograni (piantati dal mio bisnonno ed sono meraviglia non solo quando sono carichi di frutti come ora ma anche in fioritura), mi sono detta perché non parlare del frutto, la melagrana, che spesso è sottovalutato e utilizzato poco sulle nostre tavole, ma che è ricco di grandi proprietà e poi da qualche anno spopola il succo di melagrana?
Mia nonna mi raccontava che nella tradizione contadina le melegrane venivano regalati a Natale per consumarli in famiglia la notte di San Silvestro, secondo le credenze portavano fortuna e prosperità per il nuovo anno ed io quella usanza, non mi vergogno a dirlo, continuo a seguirla! Poi mi narrava che nella festività dei Morti, 2 Novembre (festa chiamata ora di Halloween dalla moda americana) i bambini giravano per le case del paese richiedendo un’offerta per il bene delle anime che consisteva in un po’ di frutta secca o qualche melagrana o al limite di qualche mela cotogna, già doni poveri ma ricchi di significato e di bontà.
Ma partiamo dall’antichità per conoscere questo frutto che si porta dietro tante storie, miti e leggende.
Il melograno chiamato in botanica Punica Granatum, fa derivare il suo nome dal latino “malum” e “granatum” ovvero mela coi grani.
Il frutto del melograno è quindi un cibo senza tempo, capace di incantare nei secoli e ispirare poeti e artisti tanto che all’interno della Bibbia il melograno è simbolo dell’amore, della fertilità e della vitalità e lo troviamo, infatti, molto spesso raffigurato all’interno dell’iconografia religiosa; un esempio lo si può ammirare a Salerno dove si trova la Madonna del Granato che nella mano destra stringe una melagrana, quasi come fosse uno scettro.
Anche Botticelli non è rimasto esente dal fascino simbolico del frutto, tanto da ritrarlo nell’opera La Madonna della Melagrana dove in questo quadro i semi sono ben visibili nella mano della Madonna a rappresentare il sangue versato dal figlio per l’uomo, in grembo alla madre, Gesù bambino afferra la melagrana che Maria gli porge.
Il frutto del melograno, quindi, è un alimento senza tempo, carico di fascino e di storia, che ha incantato e ispirato le diverse generazioni che si sono susseguite nella storia.
Il melograno ha una storia antica e affascinante: le sue origini risalgono a oltre 5000 anni fa, nel cuore delle regioni montuose della Persia (nell’attuale zona al confine tra l’Iran e l’Afghanistan), territorio di cui è autoctono.
Da lì, il melograno si diffuse prima in Mesopotamia e in Egitto, poi in Europa lungo le rotte commerciali mediterranee dei Fenici. Molti sono i significati simbolici che questo frutto ha assunto nel corso dei millenni.
Nella cultura ebraica il frutto rappresenta l’onestà e la correttezza, e in occasione di Rosh ha-shanah (Capodanno ebraico) i chicchi della melagrana sono consumati per celebrare il nuovo anno.
Il melograno risulta anche sulle monete antiche della Giudea come un simbolo sacro.
Nel Corano è una delle ricompense per chi raggiunge il Paradiso.
E alcuni gli studiosi di teologia ebraica suppongono che il frutto dell’albero della vita nel giardino dell’Eden fosse una melagrana e non una mela.
Negli antichi miti greci, il melograno era associato a Demetra, la dea della fertilità e delle stagioni.
Durante le feste in onore della dea Demetra (Dea della fertilità e dell’agricoltura, che prima di questo episodio procurava agli uomini interi anni di bel tempo e di raccolti), le Ateniesi consumavano i frutti della melagrana, auspicio di fertilità e prosperità. I sacerdoti, invece, non potendo consumare il frutto incoronavano il capo con rami della pianta.
Nella mitologia greca si racconta che sia stata la dea Afrodite a piantare la prima pianta di melograno nell’isola di Cipro.
Sono molteplici infatti gli dei che, nel bene e nel male, si sono ritrovati carnefici o vittime di un destino legato a questa pianta.
Sicuramente uno dei miti greci più famosi legati al frutto è quello di Persefone ove si narra che la giovane stava giocando in compagnia delle ninfe e, mentre si era soffermata per cogliere un narciso venne rapita da Ade (Dio degli inferi, figliodi Crono e di Rea), segretamente innamorato di lei per la sua bellezza, che la portò con sé nel suo regno: gli Inferi. La madre Demetra, preoccupata della scomparsa della figlia, riuscì dopo lunghe ricerche a scoprire quale fosse stato il suo destino. Sopraffatta dal dolore, decise di vendicarsi verso gli Dei facendo sì che non crescesse più nulla sulla Terra, in una condizione di inverno perenne (prima esisteva solo la bella stagione) e in questo modo, infatti, gli uomini sarebbero morti di carestia, mentre gli Dei non avrebbero più potuto contare sui loro sacrifici. Allora Zeus inviò Ermes (suo figlio e messaggero degli Dei) a intercedere presso Ade affinché rimandasse indietro Persefone, prima di farlo, però, il Dio fece mangiare alla sua amata sei chicchi di melagrana, di modo che, mangiando del cibo nel regno dei morti, la giovinetta fosse costretta a farvi ritorno ogni anno per alcuni mesi.
Fu così che Demetra decise di far tornare la bella stagione sulla Terra per 6 mesi all’anno, il periodo in cui la figlia aveva diritto a stare con lei sulla Terra. Amore (madre-figlia e Ade per la sua amata) e Morte (regno dei morti e morte della natura e degli uomini per fame) dunque che spiegano l’avvicendarsi delle stagioni.
Come possiamo notare, in questi miti il melograno assume significati profondi, quali l’amore, la morte e la rinascita.
Il melograno è molto più di un frutto delizioso: è un vero e proprio concentrato di benessere è ricco di sostanze nutritive preziose per mantenersi in buona salute e una delle sue caratteristiche più importanti risiede nell’alto contenuto di antiossidanti, tra cui i polifenoli, che combattono i radicali liberi nel corpo.
Il melograno è anche una fonte generosa di vitamina C, che rinforza il sistema immunitario, semi carichi del prezioso succo rossastro, e chiamati in linguaggio tecnico “arilli”, oltre a essere ricchi di zuccheri, contengono un’ottima percentuale di fibre che supportano una buona digestione; si ritiene inoltre che conferisca benefici in termini di riduzione del peso, di controllo del colesterolo, di miglioramento delle difese immunitarie e della circolazione e di protezione dai tumori (in particolare da quello della prostata).
Il consumo regolare di melograno è stato associato al contrasto dell’iperplasia prostatica benigna e del diabete.
Gli ellagitannini contenuti nel succo aiuterebbero a contrastare l’azione di radicali liberi ed aiutano quindi a ridurre il rischio cardiovascolare. Nei sistemi di medicina tradizionale dell’Asia, del Mediterraneo e dell’Africa il melograno è incluso nelle farmacopee ufficiali come rimedio per il trattamento di diverse condizioni di salute e veniva comunemente usato per abbassare la febbre e contrastare diarrea, emorragie, dissenteria e infezioni parassitarie e microbiche.
Ci si può fare anche un ottimo succo per una salutare colazione o un ottimo liquore da gustare con gli amici nelle feste di cui ve ne darò ricetta nel caso non lo abbiate già fatto tranquilli, è facilissimo da fare dovete solo armarvi di pazienza per sgranare gli arilli (chicchi).
INGREDIENTI:
1 Alcool Puro per uso alimentare;
1Kg di arilli (chicchi) di melagrane (circa 4-5 Melagrane);
2 bustine Vanillina;
1 Litro e mezzo di acqua;
1 kg Zucchero
Sgranate gli arilli delle melagrane messi precedentemente in ammollo e fate attenzione ad eliminare la parte bianca che se non tolte renderebbero amaro il liquore. Mettere i chicchi in un barattolo di vetro grande, meglio se a chiusura ermetica e aggiungere l’alcool, chiudete il barattolo e lasciate a macerare per circa un mese (ricordandovi di agitarlo ogni tanto), il barattolo va messo in un posto fresco all’ombra.
Dopo un mese l’alcool prenderà il bel colore rosso come i semi del melograno e cosi passato un mese si potrà procedere a preparare il liquore.
Mettete a bollire dentro un pentolino 1 litro e mezzo di acqua con lo zucchero, e le due bustine di vanillina e aspettate che si raffreddi poi filtrare l’alcool con i semi di melagrana e unite tutto con lo sciroppo, amalgamate con un cucchiaio e versate il liquore di melagrana fatto in casa, aromatizzato con la vanillina nelle bottiglie. Attendete ancora un paio di settimana in modo che il tutto prenda più sapore e poi fatemi sapere se è di vostro gradimento.
Per sgranare i chicchi della melagrana vi consiglio di usare dei guanti perché il suo succo tende a tingere e potreste ritrovarmi qualche giorno dopo con i polpastrelli leggermente di color nerastro.
Per sbucciare le melagrane tagliate la parte superiore (la parte dove sta la corona per intenderci) a formare una calotta (fate attenzione spesso le melagrane hanno una scorza dura), poi incidete la buccia a spicchi come per le arance, aprite e allargate ogni spicchio e poggiatela capovolta su un piatto e scuotetela e vedrete che i chicchi cadranno facilmente, quelli che restano occorrerà tirarli ovviamente con le dita.
Quindi, che sia per un liquore, per un bel succo, o una ottima confettura, non ci resta che goderci questo frutto ricco e pieno di proprietà in ogni sua forma: ovviamente il liquore va bevuto con moderazione!
State certi che nemmeno la melagrana può far abbassare la temperatura in Radio Febbre, l’unica febbre che fa bene all’animo e alla salute.
“Ai posteri l’ardua sentenza”!
Alla Prossima da SonoSoloParole.
Devo dire che sono solo parole mi stupisce sempre questo è un pezzo veramente interessante e piacevole da leggere e poi mi conforta sapere che il melograno abbia tutte queste proprietà benefiche visto che lo mangio spesso…brava sono solo parole un saluto dal tuo amico TerraRossa ciaoo.
Terrarossa!!! Ciao amico mioooooo, ma se devo essere sincero, dopo averti incontrato di persona, io avrei detto che il melograno non ha alcun beneficio fisico e mentale…
Ahahahahha, naturalmente scherzo e anzi invidio la tua forma fisica ed intellettuale.
😉
A tal proposito invito tutti i lettori del blog ad ascoltarti stasera dalle 21.30, in DJ CHIAMA CHAT, con la tua spassosissima nuova performance…
🙂
America me senti, America me senti???
Ciao e grazie di cuore per il sostegno e supporto che dai a noi e a tutta la comunità.
🙂
Liga lo sai che è sempre un piacere partecipare alle vostre iniziative sia in radio che qui sul sito. Quindi niente ringraziamenti e naturalmente a stasera per la diretta dajeeeee america me sentiiiii .
E chi manca ah ah puntualissimi saremo li ad ascoltare!! ed ascoltare anche lo chansonnier Terra Rossa ah ah ..
Pure Jerry Calà lo mangia sempre, sarà un caso?
Hahaha Pam te possino…
Grazieee America Me Senti!! E’ un piacere per me leggere il tuo commento.Beh anche io ne faccio uso a colazione avendone a disposizione nel giardino e sapendo che sono biologiche, tra spremute e poi con il liquore con i dolci dello chef LIga sai che Sbaraglio!! Grazie ancora TerraRossa!!
Uh uh uh non sono diventata una scimmia, ma oltre al bellissimo articolo c’è una ricetta, e dove ci sono ricette ci sto ioooo mi hai dato u ottimo spunto per i regali di natale visto che è anche rosso solo non ho capito quanto alcol, un litro?
Ciaoo Pam si si un litro di Alcool provalo , più sono rossi gli arilli/chicchi e più viene scuro. E poi non a caso è Rosso va bene per le Feste si.Un Abbraccio Pam!
Condivido e apprezzo moltissimo quanto hai detto sul melograno, un albero che ho in giardino da sempre ed è nei ricordi della mia infanzia. Ci tengo a ricordare anche un albero da frutto che segna l’inizio dell’autunno e spesso molto trascurato dall’economia agricola, il Cachi. Anche i cachi hanno un sacco di effetti benefici sulla salute. Insieme al melograno ne detengo uno in giardino e ne sono ghiotto. Ti seguo con simpatia, Dedalo detto dedi
Dedalo_Oladed grazie! Vero sono Frutti meno usati e seguiti ma ricchi di tante proprietà , Grazie di Cuore che segui.