Buongiorno, oggi vi parlo di economia e spiritualità.
Voi vi chiederete che attinenza c’è tra queste due realtà. Innanzitutto bisogna dire che l’economia è intesa nel senso di ricchezza spirituale, interiore. Lo so che al giorno d’oggi ancora non si è pronti a tanta profondità, ma voglio spronare tutti a crederci, al fine di stare meglio. Tante volte l’apparenza inganna e sarebbe bene essere capaci di vedere oltre.
Non sono i beni materiali e per questo futili che vanno ricercati, ma i beni immateriali, l’amore, l’altruismo, la pace. Di questi tempi ce n’è tanto bisogno.
Un’economia che va considerata come mezzo per raggiungere il benessere collettivo e non la falsa ricchezza individuale. La capacità e la volontà nel dare gratuitamente. In una comunità economica che si regge sul dono, non c’è tristezza ma piuttosto gioia.
Lasciamoci appassionare, purché queste passioni siano mirate verso le virtù, in quanto forze divine. Se siamo appassionati allora vuol dire che siamo vivi e non abbandonati nel torpore di una vita spenta.
Un’economia ricca nel cuore, che viene rapita dal divino desiderio.
La meraviglia dell’estasi: desiderare all’infinito e mai possedere.
Isa
Ciao Isa, quoto totalmente il tuo scritto. Voglio condividere un pensiero che è nato in me, piano piano ormai da molti anni or sono. Ho imparato che l’unica ricchezza per me e credo per molte persone è la ricchezza del cuore e dello spirito. Non sono credente e lascio le religioni a chi le vuol seguire, ma sento profondamente che la possibilità di poter scegliere tra il bene e il male è una dote divina in senso lato. Per qualche mistero ci viene concesso di godere di una vita, e trovo veramente stupido attaccarci alla ricchezza materiale. Ovviamente vivere nella società occidentale nella nostra epoca non è affatto semplice, ma noi siamo molto più fortunati della maggior parte della popolazione mondiale. Questo di per sè dovrebbe bastare per farci svegliare ogni giorno non dico felici, ma sicuramente con un sorriso rivolto alla vita. Ci sono periodi bui e periodi meravigliosi, così è la nostra esistenza terrena. Qui ed ora, senza dimenticare il passato, andiamo incontro al futuro.
🙂
ciao liga,sono contenta che hai capito perfettamente quello che intendevo dire e condividi.
Piace anche a me questo concetto di economia (oikós/ nomos) dove “eco” non sta solo per ambiente, ma anche casa, cose che ci circondano e quindi perche’ non applicarlo anche alle emozioni, il nostro bene piu’ prezioso?
Aggiungo che occorre essere “parsimoniosi ” e riservare questo lato a chi dimostra di volere davvero il nostro bene. Purtroppo non e’ scontato e le emozioni non sono sempre “sostenibili”.
Ciao Selene, esprimi concetti molto alti e sono sicura che con un pizzico di buona volontà tutti possono riuscirci. Grazie ancora
Ciao Isa
Avevo scritto un post lunghissimo che non ho salvato…e insomma l’ho perso.
Quindi riporto solo l’ultima parte ringraziandoti per lo scritto interessante in primis.
La fine era una provocazione…
Se siamo qui sorridendo o meno potendo scrivere,ascoltare,condividere eccecc
Il larga parte lo dobbiamo ai lavoratori africani che sotto minaccia( e 2 lire) raccolgono il coltan di cui sono fatti gli screen che noi usiamo comunemente.
Solo per dire che guardare oltre,cercare il trascendente,non fermarsi ai beni materiali sono concetti bellissimi,ma ci sarebbe bisogno di una rivoluzione globale sotto ogni aspetto.
Migliorare noi stessi(qualsiasi cosa voglia dire) sicuramente porta ad un miglioramento di altri…a arriva a tutti???
S
Caro Simone, grazie della tua testimonianza e confidiamo in un futuro migliore.
Ciao Simone,
Vero quello che dici. Io credo che la rivoluzione globale sia già iniziata. Rallentata da chi non vuole cedere, da chi protegge i propri interessi ad ogni costo, da chi non vuole cambiare abitudini. Ma c’è poco da fare. Credo che la vedremo presto. Il mondo e’ Già in fermento e, a ben guardare, qualche modello virtuoso si vede. Io sono ottimista di natura e ci voglio credere, per il bene delle nuove generazioni.